Dostoevskij. Poetica e stilistica by Michail Bachtin

autore:Michail Bachtin
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: saggistica
ISBN: 9788806163815
editore: Einaudi
pubblicato: 1965-10-15T23:00:00+00:00

Il sogno di un uomo ridicolo (1877) è la seconda opera di Dostoevskij capitale d al punto di vista del genere.

Per la sua forma di genere quest'opera appartiene alla menippea, ma ad altre sue varianti: alla «satira onirica» e ai «viaggi fantastici» con un elemento utopistico. Nell'ulteriore sviluppo della menippea entrambe queste varietà spesso si combinano.

Il sogno con un significato artistico particolare (non epico), come già abbiamo detto, entra per la prima volta nella letteratura europea nel genere della «satira menippea» (e nella sfera del serio-comico). Nell'epopea il sogno non distruggeva l' unità della vita raffigurata e non creava un secondo piano; esso non distruggeva neppure la semplice integrità della figura del personaggio. Il sogno non si contrapponeva alla vita consueta come un'altra possibilità di vita. Questa contrapposizione (da un determinato angolo visuale) appare per la prima volta nella menippea. Qui il sogno è introdotto appunto come possibilità di una vita assolutamente diversa, organizzata secondo altre leggi rispetto a quella abituale (a volte come «mondo alla rovescia»). La vita, vista in sogno, «strania» la vita consueta, la fa capire e valutare in modo nuovo (alla luce della diversa possibilità vista). Anche l'uomo nel sogno diventa un altro uomo, scopre in sé nuove possibilità (peggiori e migliori), è provato e verificato dal sogno. A volte il sogno si costruisce come incoronazione-scoronazione dell'uomo e della vita.

Nel sogno si crea, così, quella situazione eccezionale, impossibile nella vita consueta, che serve da fondamento al fine della menippea: la sperimentazione dell'idea e dell'uomo di idea.

La tradizione menippeica dell'uso artistico del sogno continua a vivere nell'ulteriore sviluppo della letteratura europea in forme e con sfumature diverse: nelle «visioni oniriche» della letteratura medievale, nelle satire grottesche del sedicesimo e diciassettesimo secolo (con particolare vivezza in Quevedo e Grimmelshausen), in chiave simbolico-favolistica nei romantici (compresa l'originale lirica dei sogni di Heine), in chiave psicologica e utopico-sociale nei romanzi realistici (Georges Sand, Cernyshevskij). È necessario, in particolare, ricordare l'importante variante dei sogni di crisi che conducono l'uomo alla rigenerazione e al rinnovamento (questa variante si trova anche nella drammaturgia: in Shakespeare, in Calderón e, nel diciannovesimo secolo, in Grillparzer).

Dostoevskij si servì larghissimamente delle possibilità artistiche del sogno in quasi tutte le sue varianti e sfumature. Forse in tutta la letteratura europea non c'è scrittore nella cui creazione i sogni abbiano svolto una parte tanto grande e essenziale come in Dostoevskij. Ricordiamo i sogni di Raskol'nikov, Svidrigajlov, Myškin, Ippolit, l'adolescente, Versilov, Alëša e Dmitrij Karamazov e la parte che essi svolgono nella realizzazione del disegno ideologico dei corrispettivi romanzi. In Dostoevskij predomina il sogno di crisi. Il sogno di un «uomo ridicolo» appartiene a questa variante.

Per quel che riguarda i «viaggi fantastici», Dostoevskij forse conosceva l'opera di Cyrano de Bergerac Storia comica degli stati e imperi della Luna (1647-50). È qui descritto il paradiso terrestre sulla luna da cui il narratore è stato scacciato per irriverenza. Lo accompagna nel viaggio sulla luna il «demone di Socrate» il che permette all'autore di introdurre l'elemento filosofico (nello spirito del materialismo di Gassendi). Per la sua forma esteriore l'opera di de Bergerac è un intero romanzo filosofico-fantastico.

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